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Cà Venier - I miei 50 anni con il pastore tedesco
Nel lontano 1972 conobbi una persona poi diventata un amico che possedeva un cane da Pastore Tedesco e frequentava abitudinariamente un campo di addestramento. Cominciai anch’io a frequentare tale campo ed ebbi la possibilità di conoscere ed apprezzare tale razza. Decisi allora di acquistare un cucciolo e lo prenotai presso un allevamento della nostra zona.
Ebbi la fortuna del principiante, il cucciolo “Ulisse” si rivelò come soggetto di punta e con lui iniziai la mia carriera. Grazie a lui cominciai a girare ogni domenica per presentarlo ai raduni ed esposizioni ENCI.
Nonostante la mia attività lavorativa mi assorbisse già molto tempo, ero sempre più coinvolto emotivamente e personalmente in questa passione. Decisi dunque di impegnarmi nell’allevamento e chiesi ed ottenni l’affisso ufficiale dall’ENCI nel 1978, nacque così “Cà Venier”, il mio affisso.
Le mie conoscenze in campo cinofilo andavano via via aumentando, dovute all’esperienza, a corsi specialistici, e al continuo confronto con i maggiori esponenti del settore, quali dei Giudici.
Strinsi amicizia con gli allevatori più quotati ed attinsi alla loro lunga esperienza. Non fu un inizio facile perché un buon allevatore deve avere fattrici molto valide ed attentamente studiate geneticamente per ottenerne le migliori caratteristiche dello standard.
Accoppiamenti ritenuti da me ideali, talvolta non mi davano i risultati sperati, ma con tenacia e determinazione riuscii ad avere le femmine che volevo. Iniziò un lungo periodo di viaggi in Germania dove risiedevano gli stalloni più affermati. Le cucciolate si susseguirono e i soggetti nati da questi accoppiamenti una volta raggiunta l’età espositiva, cominciarono a regalarmi molte soddisfazioni, sia in campo nazionale che internazionale.
L’ espressione “linea di sangue” che significa studiare la genealogia dei soggetti da accoppiare, divenne la parola d’ordine ogni qualvolta volevo fare un accoppiamento. In quegli anni la Germania la faceva da padrona e dovevo assolutamente viaggiare per poter reperire i soggetti migliori e non ancora presenti in Italia. Allo stato attuale l’allevamento italiano è ai vertici mondiali dell’allevamento del pastore tedesco, assieme alla Germania, grazie a chi come me ha lavorato a lungo investendo tempo e facendo sacrifici per il miglioramento della razza.
“POCHI MA BUONI”: questa è stata la mia filosofia (anche per esigenze di tempo) e a distanza di anni mi ritengo un allevatore di nicchia che rivolge il suo operato a poche cucciolate ma ben studiate.
I nostri sono cuccioli, che vivono il contatto umano fin dalla nascita e che racchiudono in sé una razza che da sempre ricopre il primo posto nell’immaginario di ogni bambino e di ogni adulto, essendo affidabili e riempiendo chi li possiede di gioia e attenzioni.
“DA SOLI NON SI FA NULLA”: nonostante l’impegno profuso, devo ringraziare tutti gli amici e collaboratori, proprietari di soggetti del mio allevamento, che negli anni mi hanno permesso di vivere al meglio questa mia passione.
Un ringraziamento particolare a mia moglie Gabriella ed a mio fratello Luciano che mi hanno supportato, assecondandomi ed aiutandomi in questa mia passione.